Archivio mensile:dicembre 2020

Paolo Rossi

Sono trascorse quasi tre settimane da quando è mancato Paolo Rossi, centravanti eroe del mondiale spagnolo del 1982 e la sua morte mi ha colpito, come penso abbia colpito buona parte dei miei coetanei, di coloro che vissero quei giorni ormai lontani nel tempo.
Per quelli della mia età Paolorossi è stato un eroe moderno, l’uomo che insieme alla squadra campione del mondo contribuì a far uscire un intera nazione dal buio di anni segnati dal terrorismo e dalla crisi economica. Nessuno allora si aspettava di vincere quel mondiale e, soprattutto dopo le prime partite, nessuno pensava potesse essere Paolo Rossi il trascinatore di quella squadra.
Pablito aveva ripreso a giocare dopo una condanna di due anni, una condanna ingiusta, infamante, ma seppe rialzarsi e lo fece senza proclami, con i risultati, a suon di goal: una volta terminata la carriera sportiva si ritirò in maniera discreta per tornare a distanza di anni come commentatore, sempre garbato, educato, mai una parola fuori posto, un’eccezione nel mondo di urlatori e villani che popolano i teleschermi.
La morte di Paolorossi ha avuto la capacità, forse il merito, di portarmi indietro nel tempo, a quella lontana estate di trentotto anni fa. Io ero in Sardegna, le poesie che pubblico di tanto in tanto lo testimoniano, non avevo ancora vent’anni e tante speranze che non si tramuteranno mai in realtà, ma come diceva Lennon di cui ho scritto recentemente “la vita è ciò che ti accade mentre sei indaffarato a fare altre cose”.
L’Italia di quegli anni era un paese diverso da quello di oggi, il terrorismo e la mafia laceravano il paese cosi come la crisi economica svuotava le tasche degli italiani, ma che piaccia o no, eravamo migliori, più semplici, più poveri, più veri, decisamente migliori. I calciatori stessi erano diversi, con esultanze garbate, capigliature normali, senza tatuaggi, personaggi, ma non divi. Le televisioni non avevano ancora plagiato l’anima delle persone e la gente usciva, si incontrava, parlava. Non c’erano computer, telefoni, auto elettriche e potrei fare una lunga lista, avevamo meno, ma mi ripeto, eravamo migliori.
Forse, in questo particolarissimo anno che non lascia speranze o spazio a progetti, sono eccessivamente nostalgico o semplicemente triste per la perdita di un uomo, prima ancora di un calciatore, provo dolore e nostalgia per un uomo a cui sono legati i miei ricordi di gioventù e che non c’è più e per quei giorni che non torneranno.

Paolo Rossi in Italia-Brasile (Mark Leech/Offside/Getty Images)

Ascona, la storia lungo i secoli

Dopo un lungo lavoro di scrittura, ricerca e raccolta, lo scorso agosto è finalmente uscito il mio nuovo libro “Ascona, la storia lungo i secoli”.
Questo volume raccoglie l’eredità di quello uscito nel 2000 con il titolo “Cinque secoli di storia” e pubblicato a suo tempo sempre grazie all’aiuto e alla collaborazione di Giancarlo Peroni.
Essendo un eterno insoddisfatto, dopo l’edizione di vent’anni fa non ho mai smesso di raccogliere materiale che documentasse la storia del paese in cui è nata mia madre Luisa e dove ho trascorso le mie estati da bambino: questo volume ne è il risultato.
Rispetto alla precedente edizione, oltre ad alcuni tagli in parti che reputavo non corrette o non pertinenti, questa opera presenta un maggior approfondimento della parte storiografica con l’inserimento di pagine dedicate a Gambaro e Santo Stefano d’Aveto, una sezione dedicata all’emigrazione che ha avuto un ruolo importante nella storia asconese tra il XIX e XX secolo ed un capitolo dedicato alle storie di vita di donne e uomini del novecento, piccoli appunti sui lavori svolti dagli asconesi per sopravvivere alle dure condizioni di vita nel paese.
Dal settembre dello scorso anno,  con Giancarlo abbiamo trascorso molte serate a correggere bozze, in archivio ne ho oltre una ventina, scegliere e modificare fotografie, trovare la giusta forma nell’impaginato, il tutto accompagnato dalla cucina stratosferica di sua moglie Ivana e da bottiglie nocive per la lucidità di chi poi doveva lavorare.
Oltre all’aiuto determinante di Giancarlo, questa volta ho potuto avvalermi della collaborazione di Francesco, per noi asconesi “il prof” che, oltre a correggere le bozze del libro, mi ha suggerito l’idea di inserire la sezione sull’emigrazione e di Gabriella e sua madre Maria Luisa che mi hanno riportato le storie di chi aveva varcato gli oceani oltre cent’anni fa.
Nelle pagine sull’emigrazioni ci sono anche i contributi di Mariagrazia, di Gina, da New Orleans e di Carola, da Santiago del Cile, che mi hanno narrato le vicende dei loro antenati nelle lontane Americhe.
Un discorso a parte merita la sezione dedicata agli allegati. Sicuramente, senza tutto il materiale che mi ha fornito Pierluigi Carini non avrei considerato l’idea di una seconda edizione.
Nei documenti che mi ha regalato ci sono pagine importanti, se non fondamentali, per la storia del paese di mia madre, del mio paese. Pietre miliari del nostro trascorso che testimoniano la vita di Ascona, il nostro passato.
Un ringraziamento va infine a Sandro Sbarbaro che, quando eravamo ormai prossimi alla stampa, sul suo sito Valdaveto.net ha pubblicato una sorta di Spoon River della valle nella quale vi erano molte piccole testimonianze della vita di Ascona e dei suoi abitanti nel XIX secolo, documenti che mi ha gentilmente concesso di pubblicare.
Il tutto ha avuto il suo apice lo scorso 17 agosto quando, grazie all’aiuto di Luciano, Alberto e ai soci del circolo del paese, La Tana, nel massimo rispetto delle norme anti Covid, abbiamo presentato il libro sulla piazza della chiesa, nel miglior scenario possibile.
Non avendo mai presentato un volume in vita mia e non avendo mai presenziato ad un evento del genere, mi sono avvalso dell’aiuto di Luca, ingegnere, cantante e da quella sera anche presentatore, che ha condotto magnificamente la serata. L’unico non all’altezza dell’evento forse sono stato io, ma troppa era l’emozione di dover parlare in pubblico, davanti alla mia gente, ai miei amici sulla storia di qualcosa che è parte di me, Ascona.

Per chi fosse interessato all’acquisto del volume, è disponibile presso l’edicola di Santo Stefano d’Aveto o privatamente tramite il sottoscritto.

Ascona, la storia lungo i secoli

Ascona, la storia lungo i secoli

John Lennon, quarant’anni dopo

Life is what happens to you while you’re busy doing other plans

Erano le 22.51 dell’8 dicembre 1980 quando Mark Chapman, fan venticinquenne con seri disturbi mentali, assassinava con quattro colpi di pistola alle spalle John Lennon davanti al Dakota Building, residenza newyokese dell’ex componente dei Beatles.
Moriva così uno dei più grandi cantanti di tutti i tempi, una delle menti più libere e brillanti del secolo scorso e non solo nel campo musicale.
Avevo da poco compiuto diciotto anni, un ragazzino, immaturo, cazzaro, e i miei gusti musicali, cosi come la mia personalità, dovevano ancora formarsi: spaziavo dai Queen ai Rolling Stones, da  Francesco De Gregori a Umberto Tozzi, i primi e l’ultimo li avrei poi abbandonati velocemente.
Di buono c’era il fatto che già allora ero curioso di conoscere, non nel senso morboso della cosa, ma sotto l’aspetto del sapere, del comprendere e nei giorni successivi la morte di Lennon acquistai Double Fantasy, l’album del cantante di Liverpool uscito poche settimane prima.
Cominciai così a conoscerne le canzoni, ad apprezzarne i versi, ad avere una nuova visione delle cose e del mondo.
Pochi giorni dopo la morte di Lennon partivo per la mia prima stagione in montagna, a Madesimo, accidenti quanto tempo è passato da allora.
Non ricordo se fu nel viaggio di andata o in una delle tante discese a Chiavenna che acquistai un libro sulla vita dell’ex Beatle che in seguito feci l’errore di prestare e non rivedere mai più.
Il volume, classica operazione commerciale post mortem, parlava dell’artista inglese e delle sue canzoni.
E’ stato anche grazie a John Lennon che ho formato i miei pensieri, la mia cultura, pacifista, antimilitarista,  la difesa del lavoro, l’uguaglianza, la parità tra i sessi, il rispetto tra le persone e verso l’altra metà del cielo.
Sono passati quarant’anni da quella tragica sera, ma la sua lezione non è stata vana e la sua musica e le sue parole immortali.

Imagine
Immagina non esista paradiso, È facile se provi, Nessun inferno sotto noi, Sopra solo cielo, Immagina che tutta la gente, Viva solo per l’oggi, Immagina non ci siano nazioni, Non è difficile da fare, Niente per cui uccidere e morire, E nessuna religione, Immagina tutta la gente, Che vive in pace, Puoi dire che sono un sognatore, Ma non sono il solo

Watching the wheels
La gente è persa e confusa e fa domande, E quando io rispondo che non ci sono problemi, Ma solo soluzioni,  Loro scuotono la testa e mi guardano come se fossi pazzo, Io dico che non c’è fretta, Me ne sto seduto qui a far passare il tempo.

Nobody told me
Tutti parlano e nessuno dice niente, Tutti fanno l’amore e nessuno è innamorato, Ci sono i nazisti nel bagno subito sotto le scale, Accade sempre qualcosa e non succede niente, Stanno sempre cucinando e non c’è nulla nella pentola, Muoiono di fame in Cina, perciò finite quel che avete nel piatto

Working class hero
Da quando sei nato ti fanno sentire piccolo, Dandoti poco tempo invece di tutto, Fino a che il dolore è così grande che ti senti una nullità, Bisogna essere un eroe della classe lavoratrice, Ti feriscono a casa e ti pestano a scuola, Ti odiano se sei sveglio e disprezzano uno stupido, Fino a che non diventi così fottutamente pazzo da non poter più seguire le loro regole. Quando ti hanno torturato e terrorizzato per venti assurdi anni, Allora si aspettano che tu faccia carriera, Quando non puoi lavorare davvero, hai troppa paura. Ti tengono drogato con religione, sesso e TV

Woman
Donna, faccio fatica a esprimere, Le mie emozioni contrastanti, Nei confronti della mia sventatezza, Dopotutto  ti sono sempre debitore, E, donna, cercherò di esprimere, I miei intimi sentimenti e la gratitudine, Per avermi mostrato il significato del successo

Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l’amore mentre la violenza e l’odio si diffondono alla luce del sole (John Lennon)

John Lennon (1940-1980) ©Bob Gruen

John Lennon (1940-1980) ©Bob Gruen