Again and again and again

Finalmente estate. Il caldo è esploso improvviso, ma per fortuna il fine settimana è vicino e così la fuga nei monti della mia val d’Aveto. Scappo da Genova venerdì sera, un tranquillo viaggio dopo cena, senza fretta. Arrivo in paese verso le dieci, il tempo di scaricare i pochi bagagli e sono in piazza a fare due discorsi con un paio di amici, uniche presenze foreste in tutto il villaggio.
Il sonno della notte è una cosa meravigliosa: le finestre chiuse, il piumino leggero, il rumore dell’acqua della fontana ad accompagnare il mio riposo.
Il sabato mattina avrei appuntamento per cambiare le pastiglie dei freni, ma chi di dovere non c’è, è al rally, se n’era dimenticato e io giro da una settimana al limite. Mi alzo presto comunque, è una giornata fantastica, senza una nuvola, perfetta per un escursione e per fare le fotografie come piacciono a me. In effetti, pensandoci bene, dovrei imparare meglio le tecniche di fotoritocco per aggiungere qualche nuvoletta e guadagnare qualche mi piace in più sui social network.
Sono passate da poco le otto quando salgo in auto e parto. A Pievetta la visione dell’Aiona è un invito al quale faccio fatica a rinunciare, ma l’obiettivo di giornata è il Carevolo e non ho intenzione di cambiare idea.
Arrivo al passo del Crociglia e il termometro segna 17°, non molti rispetto ai 33° di ieri pomeriggio in riviera, ma qualcuno in più in confronto a quando ero salito nello scorso settembre.
Sul passo non c’è una sola auto, nessun rumore, un cielo sempre sgombro di nubi: la Ciapa Liscia è lì accanto, imponente e immobile, quasi ad invitarmi a prendere i suoi sentieri.
Imbocco il sentiero sparato come sempre, dopo cento metri ansimo, ma nella faggeta riesco a rompere il fiato e forse la gita non sarà tragica come quella alle cascate del Perino.
La temperatura è perfetta, il cielo è fantastico, ma l’occhio non va oltre al Brallo o all’Aserei, dopo è foschia e calura, altrettanto verso il mare, all’orizzonte una scura cappa di caldo, ma sarà felice chi è sceso o scenderà in spiaggia.
Una breve salita per  il solito saluto verso la statua dell’Angelo e mi incammino poi verso il Carevolo. Nella faggeta ai piedi del monte il terreno è accidentato come sempre, solchi di moto, di trattori, fango e mi ritrovo a saltellare da una pozza all’altra.
Fatta eccezione per il cinquettio insistente degli uccelli, non c’è un solo rumore, neppure il mio fiato, nulla. Solo silenzio, la luce del cielo, le ombre del bosco e fiori, di ogni colore, di ogni forma.
Procedo senza fretta, per immagazzinare dentro di me ogni particolare di una camminata che quasi conosco a memoria. I pensieri sono leggeri, lievi, voglio pensare solo cose belle. Un sorso d’acqua alla Fontana Benedetta e via, verso la salita finale.
Nell’ultimo tratto scatto le solite foto, mi piace confrontarle con quelle precedenti, faccio ancora uno sforzo e sono in cima, accanto alla croce.
Un paio di foto, un paio di autoscatti e arriva un altro escursionista. Saluti di rito, da dove vieni, io da li, io da Cattaragna, mi invita alla manifestazione podistica del 28 giugno, 4,6 14, 18 chilometri, potrebbe essere un idea, vedremo anzi vedrò. Fa piacere comunque che ci siano paesi e persone che organizzano eventi per mantenere viva la nostra valle.
Riparto che sono le undici passate, mi aspettano un aperitivo a Torrio e un lungo pomeriggio che si concluderà a Selva, a notte inoltrata.
Sul Carevolo tornerò ancora, again and again and again e lo racconterò ancora perché di cose belle ho sempre sete, perché ogni giorno, ogni viaggio è diverso e vale la pena di viverlo e raccontarlo.

2 pensieri su “Again and again and again

  1. Lele

    ciao Silvano. Sempre dura leggere i tuoi racconti fino in fondo… mi fanno emergere troppi ricordi, mi fanno vedere come è cambiato il mondo, di parlava di diapo sbiadite e sfocate, oggi aggiungiamo ( o qualcuno aggiunge) nuvolette per avere un cielo più bello, parli di silenzio, erano gridi, gente che cantava, campanacci di vacche al pascolo… tutto turbina, tutto evolve… nulla ritorna… scusami. Lele

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    1. silvanoromairone Autore articolo

      Ciao Lele, scusarti di cosa? Aldilà della cattiveria gratuita che ho scritto, quando sono in valle mi piace molto riappropriarmi del mio tempo, allontanarmi dai ritmi e dagli usi cittadini, godere del silenzio, dei profumi, recuperare i rapporti umani, magari intorno ad un tavolo, davanti ad un bicchiere di rosso e ad una fetta di salame. Mi piacerebbe rivivere quel mondo antico che citi tu, ma purtroppo nulla ritorna. Silvano

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