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Un anno, dodici immagini

Salita alla Parcellara, pt 2

Davanti all’edificio religioso ci sono due escursionisti intenti entrambi nella lettura, alle spalle della costruzione invece parte il sentiero che porta sulla cima della Parcellara: una scritta recita che qui siamo a 730 metri.
Il percorso si sviluppa tra le rocce della montagnola, ogni tanto metto le mani a terra e non è un idea felice, con questo caldo potrei incontrare qualche vipera e non sarebbe un incontro felice.
Incontro invece degli esseri umani, intenti a scendere, una prima coppia e poi una seconda, tutti che fanno attenzione a dove mettono i piedi o gli scarponi.
Il sentiero sale tra le rocce (già scritto), poi in piano, ancora tra le rocce e poi ancora in costa sino ad un ultimo strappetto dove incontro un altra coppia, lei con le scarpe da ginnastica senza alcun grip con il terreno, poggia il culo a terra e scende, lui commenta che hanno sbagliato calzature, sono d’accordo.
Dopo quest’incontro ed il passaggio sotto ad un albero in mezzo al percorso mi ritrovo sotto la cima del monte. Una capra mi osserva curiosa, ma non fa una piega, deve essere abituata alla presenza di escursionisti. Dall’oratorio alla cima ho impiegato neppure venti  minuti pur essendomi fermato più volte a scattare fotografie. Sono a 836 metri, potrei quasi scrivere che è il monte più basso sul quale sono salito.
Una volta in cima, passo accanto all’ennesima croce e alle statuette di un paio di santi che segnano la vetta e mi ritrovo assieme alla capra su uno spiazzo spelacchiato, privo di vegetazione, ma dove si può godere di una bellissima vista sulla val Trebbia e sulle valli laterali, peccato per la foschia.
Si, una bella salita, un escursione facile facile. Qualche foto e poi via, verso la Pietra Perducca.
La discesa è sicuramente più difficoltosa della salita, difficoltosa forse è eccessivo, diciamo che richiede maggiore attenzione per via del terreno e della scivolosità delle rocce.
Una volta all’oratorio ritrovo i due escursionisti che continuano a leggere, ripasso sotto la recinzione, supero il primo, il secondo ed il terzo cancello, non svolto sulla sinistra per tornare alla macchina, ma proseguo sul tratturo che scende verso valle.
Davanti a me ci sono tre escursionisti con un cane, entriamo in una radura e i tre svoltano a destra verso Montà, io giro a sinistra e al termine della discesa mi ritrovo alle pendici della Pietra Perducca, beh, pendici è un po forte, forse è meglio scrivere ai piedi della Pietra Perducca.
Ci sono due motociclisti e due ragazzini con uno scooter, salgo qualche gradino e sono davanti alla chiesetta di Sant’Anna, X secolo o giù di li, chiusa naturalmente. Sulla sinistra un passaggio e i gradini che conducono alla sommità in un minuto o forse meno.
Bello, bella vista sulla campagna, sul torrione e sulla chiesa di Bobbione dove mi arenai sei anni fa. Scatto qualche foto, osservo il vascone contenente una particolare razza di tritoni, poi è ora di andare, mi aspetta almeno un ora e un quarto di viaggio per tornare in valle. Il tempo impiegato per l’escursione è sicuramente inferiore al tempo necessario tra andata e ritorno per giungere sino a qui, ma ne valeva la pena, si, davvero un escursione piacevole, tutto sommato diversa dal solito.

Salita alla Parcellara, pt 1

E’ un bellissimo sabato di aprile, l’aria tiepida, gli alberi in fiore, la terra dei campi mossa dagli aratri, il canto degli uccelli nell’aria: è primavera, l’ho già scritto nel post precedente, ma tanto vale ricordarlo.
Questa mattina ho aiutato mia madre nella semina dell’orto, mi sono risparmiato quella delle patate, ma nessuno mi risparmierà la raccolta, pazienza.
Prima di pranzo faccio un salto a Torrio a salutare Barbara e Massimo e organizzare la serata, il tempo di mangiare un boccone a casa con i miei e parto, direzione Pietra Parcellara.
Sono almeno sei anni che desidero andarci e finalmente questa potrebbe essere la volta buona.
Ci avevo provato nel lontano 2011, da solo, come sempre, ero partito dalla valle in un pomeriggio di agosto e mi ero arenato a Bobbiano, nei pressi del torrione, da qualche parte devo avere ancora le fotografie che avevo scattato allora, poi più nessun tentativo.
Qualche settimana fa, tornando dall’annuale gita enogastronomica in val Tidone, invece che passare per Agazzano e Travo, sulla via del ritorno siamo transitati in una valle verdissima, forse la val Luretta?, sino ad arrivare sul passo di Caldarola e qui avere la visione, la Pietra Parcellara, in tutto il suo splendore. Che dire? E’ riesploso l’antico desiderio e a questo punto dovevo trovare il giorno giusto e la voglia e finalmente sono arrivati.
Non sono ancora le due quando mi metto in viaggio, sulla Tre bis incrocio molti motociclisti, devo fare attenzione, quando viaggiano in gruppo sono pericolosi, non il primo, ma il secondo o peggio ancora il terzo che per impostare e vedere la strada si tengono al centro della carreggiata.
Supero Salsominore, Marsaglia, Bobbio, il triangolo degli autovelox, almeno sino a qualche anno fa, all’altezza del bivio per Mezzano Scotti svolto e imbocco la provinciale che porta al passo di Caldarola.
Salgo senza fretta, ho tutto il tempo per fare l’escursione senza ammazzarmi, nei pressi del passo appare finalmente la sagoma della Pietra, inizio a fermarmi per fare qualche scatto, una sosta sul passo a immortalare la targa, poi svolto a destra sulla strada che porta a Travo.
Ancora qualche sosta, in una di queste trovo il cadavere di una volpe investita da qualche automobilista sul quale banchettano mosche e altri insetti, poco prima del paese di Pietra, che fantasia, uno sterrato sale verso la Pietra, c’è una macchina ferma, io proseguo, seguirò un altra via.
Supero il piccolo agglomerato di case e dopo qualche centinaio di metri posteggio in un un piccolo slargo sulla sinistra, come consiglia la guida che ho trovato.
Calzo gli scarponi vecchi, quelli nuovi mi hanno massacrato il tallone, zaino e macchina fotografica e partenza.
Attraverso la strada e imbocco il sentiero, un centinaio di metri e svolto a destra in salita, un primo cancello ed il sentiero prosegue in piano sino ad arrivare ad un secondo cancello, lo supero, svolta a 180° gradi e supero un terzo cancello.
Adesso la strada comincia a salire leggermente, un po in piano, un po in salita, costeggio una parete della Pietra, un altra breve salita, passo sotto una recinzione, un ultima svolta a sinistra e sono finalmente all’oratorio della Pietra (continua)